Perché guardare film disastrosi? Nel primo episodio del podcast The Watchman
Podcast Cinema / / December 29, 2020
Tra i film preferiti del critico cinematografico Lifehacker Alexei Khromov, ci sono quelli che non hanno nemmeno battuto il budget di produzione e nelle prime recensioni sono stati letteralmente distrutti. In questo episodio del podcast The Watchman, Alexey spiegherà perché uno scarso incasso e un basso punteggio non sono sempre direttamente correlati alla qualità dell'immagine stessa.
1:37 - quale film è considerato di successo? Perché, a parità di canone di 200 milioni di dollari, l'horror sociale "Get Out" ha portato profitti tangibili allo studio e il blockbuster "X-Men". "Dark Phoenix" è stato un fallimento?
3:47 - perché "Il Padrino", nonostante non fosse molto popolare negli Stati Uniti, ha avuto ancora successo e perché i creatori di "Forrest Gump" hanno fatto finta che il film non fosse ripagato?
5:45 - Come possono una brutta data di inizio di uscita e una campagna pubblicitaria sbagliata raggiungere il botteghino di un film decente?
8:15 - Perché le valutazioni dei critici differiscono dalla percezione dei normali spettatori e come viene costruita la valutazione sui siti aggregatori?
11:44 - né il botteghino, né le recensioni della critica caratterizzano il film come buono o cattivo. Ad esempio, "Blade Runner" e "Fight Club" hanno fallito al botteghino, ma nel tempo sono diventati dei classici e hanno guadagnato molti fan.
Cosa vedere sull'argomento
Film raccolti che sono stati menzionati nel podcast e alcuni altri dipinti con un destino simile:
- «Blade Runner", Diretto da Ridley Scott, 1982.
- «Fight club", Diretto da David Fincher, 1999.
- The Godfather, diretto da Francis Ford Coppola, 1972.
- «mamma!", Diretto da Darren Aronofsky, 2017.
- «Il grande Lebowski", Diretto dai fratelli Coen, 1998.
- Paura e delirio a Las Vegas, diretto da Terry Gilliam, 1998.
- Mr. Nobody, diretto da Jaco van Dormal, 2009.
- Scott Pilgrim Against All, diretto da Edgar Wright, 2010.
- «Donnie Darko", Diretto da Richard Kelly, 2001.
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